Far parte di un team vuol dire avere il “senso della appartenenza”.
Sentiamo spesso parlare di Team, di lavoro di squadra, di collaborazione.
Ma realmente cosa significa? Far parte di una squadra prevede prima di tutto avere o sentire un senso di appartenenza! Cosa posso fare io per sentire di appartenere ad un gruppo? Può essere una squadra sportiva, un gruppo di amici, un team di lavoro e tanto altro, ma io che ruolo ho realmente? Come posso dimostrare il mio “senso di appartenenza”?
Prima di tutto dobbiamo capire che percezione abbiamo dell’appartenenza.
Solo solitamente 3 le ragioni che ci fanno sentire parte di un gruppo:
- possiamo sentirci appartenenti per “somiglianza”, cioè condividiamo con gli altri gli stessi valori, le idee, le abitudini, lo stile di vita e i bisogni. Di solito questa è una appartenenza radicata, creatasi nel tempo, frequentandosi nel quotidiano;
- possiamo sentirci appartenenti ad un gruppo di persone per “vicinanza”, sia essa fisica o geografica. Appartengo agli abitanti del mio paese, al gruppo dei miei coetanei, alla mia piazza e così via. Di solito non scegliamo questo tipo di appartenenza, ma lo accettiamo come parte integrante della quotidianità;
- come ultimo possiamo sentirci appartenenti per “identificazione”. Non necessariamente dobbiamo avere idee o bisogni uguali agli altri, ma solitamente abbiamo in comune una forte motivazione che ci spinge ad identificarci nelle finalità stesse del gruppo e spesso troviamo questa realtà nei team di lavoro. I componenti hanno vite disgiunte, ma lavorano per il bene comune, contando l’uno sulla forza dell’altro. È qui che emergono i singoli talenti ed ognuno porta con sé esperienza e condivisione. La motivazione finale è il successo di tutti, anche se non necessariamente dobbiamo uscire a cena insieme.
Con queste premesse è facile capire perché a volte vediamo dei team di lavoro, delle squadre sportive, avere successi enormi, ma anche sconfitte pesanti. Se i componenti non si sentono parte integrante del progetto per uno dei motivi visti prima, allora è decisamente difficile che puntino tutti allo stesso traguardo!
Il senso di appartenenza si sviluppa quando c’è una stretta percezione tra il sentirsi parte di un gruppo e sentire che il gruppo è parte di noi.
L’appartenenza deve necessariamente essere bidirezionale, cioè io sono parte del gruppo e il gruppo è parte di me. In questo modo si sviluppa realmente quel “circolo virtuoso” che porta al successo. Io porto il mio contributo e ricevo dai miei compagni il loro sostegno. Il gruppo è in me, sono io, e agirò sempre nella direzione del bene comune. Se dovessi “far del male” al team, in sostanza lo farei a me stesso.
Prendiamo l’esempio del lavoro; quanti sono i dipendenti di un’azienda che si sentono realmente appartenenti alla stessa? Come definiscono il loro gruppo? Parlano di “noi” o di “io”?
In questi casi è fondamentale che ci sia un “leader”, un capo che con autorevolezza riconosciuta da meriti, guidi tutti verso un obiettivo.
Il compito del “leader” in un team è principalmente quello di aumentare in tutti i componenti la consapevolezza di “appartenere”!
Nella mia esperienza ho notato che i migliori collaboratori, lavorano con spirito di squadra e sono quelli che condividono gli stessi valori.
Il successo di una attività quindi, a mio modo di vedere, dipende molto dalla condivisione di valori che siano importanti per tutti.
Ci sono svariati motivi che negli anni mi hanno convinto che il lavoro di squadra sia la migliore soluzione per avere successo:
- i compiti vengono suddivisi in modo tale che ognuno possa esprimere i propri talenti ed eccellere nelle proprie mansioni, così facendo i suoi limiti non vengono evidenziati e il gruppo cresce insieme con professionalità;
- la collaborazione porta a trovare più rapidamente soluzioni quando serve, questo perché ognuno ha un personale bagaglio di esperienza e formazione diverso dal quale attingere;
- le persone che insieme si prestano a collaborare in modo reciproco per ottenere risultati comuni, hanno possibilità di successo molto più di quelle messe insieme e basta;
- i talenti, le eccellenze della squadra vanno sostenute, e in un vero gruppo sono proprio i migliori a valorizzare le doti di ognuno;
- un buon team deve avere un buon leader! Esso sa ottenere i meglio dalla squadra la quale, con il suo lavoro, valorizza la sua leadership;
- per un singolo è impossibile ottenere risultati grandi come quelli ottenuti da una squadra. Nello sport, ad esempio, il grande campione è tale perché ha dietro uno staff che lavora con lui, anche se noi vediamo solo “la punta dell’iceberg.
Insomma, io credo fortemente nel lavoro di squadra, e voglio chiudere queste poche righe con una citazione famosa, di uno che è stato un grandissimo nello sport e ha reso grandi le squadre in cui ha militato, semplicemente perché ha avuto l’umiltà di farsi piccolo e uguale ai compagni…
Il talento fa vincere le partite, ma l’intelligenza e il lavoro di squadra fanno vincere i campionati
(Michael Jordan)
Ciao!
Antonio
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