La consapevolezza… Aiuta?
Spesso si parla di consapevolezza, di essere consapevoli di questo o di quello, di vari fatti accaduti o che sentiamo alla televisione, eccetera… In questi giorni, complici le vacanze e qualche momento di riflessione, ho avuto modo di riflettere, leggere e fare qualche ricerca al riguardo. Ecco il pensiero che voglio condividere con voi, nella speranza che possa suscitare qualche spunto di riflessione per voi ma anche per me… Del resto il filosofo francese Joseph Joubert diceva che “insegnare è imparare due volte”.
Ti sei mai posto la domanda: quanto sono consapevole di me stesso? Quanto mi conosco?
Consapevolezza significa letteralmente “essere a conoscenza”. Analizzando i vari momenti della nostra giornata, possiamo verificare che in moltissime occasioni, alcune decisioni che prendiamo, sono dettate dal nostro “pilota automatico”. Infatti sotto molti aspetti conosciamo perfettamente la nostra routine quotidiana e la nostra mente sa già che strada prendere, senza farci fare alcuno sforzo per “deviare” il percorso. Un esempio calzante può essere proprio quello di quando siamo in auto e facciamo il percorso per rientrare a casa… Non dobbiamo nemmeno pensare a tutte le azioni da compiere per portare la macchina verso casa: frenare, dare la precedenza, cambiare marcia, girare a destra o a sinistra, eccetera… Il nostro cervello inserisce appunto il pilota automatico. Il punto è che non in tutte le situazioni della vita quest’ancora può salvarci. Agire secondo uno schema e giustificare le nostre azioni dopo che sono avvenute non porta sempre a dei benefici.
L’ideale sarebbe essere sempre in grado di gestire le situazioni e saper “rompere gli schemi” al momento giusto. Per questo, vivere con consapevolezza, è l’unica ricchezza che davvero nessuno può portarci via, in nessun modo, perché è nostra e se l’abbiamo vissuta per tutta la nostra vita ci renderà felici e ricchi e tutto avrà avuto un senso.
Ci sono molti tipi di consapevolezza:
- quella del rischio… non frena ma rende accorti
- quella delle proprie capacità… orienta ed entusiasma
- quella di essere amati… rende invulnerabili.
E’ come risvegliarsi e portare il sapere con sé. Molte persone però non si accorgono di queste caratteristiche e non credono di possederle, non hanno fiducia in se stesse e non si accorgono di ciò che accade intorno a loro anche quando danno il meglio in situazioni in cui riescono bene a destreggiarsi. Chi ha poca autostima, a causa di vari problemi, magari esperienze vissute durante l’infanzia o per altre situazioni, tenderanno ad escludere dalle loro vite il fatto di riuscire a fare bene qualcosa o accorgersi di quando in effetti riescono ad emergere per qualche loro qualità. Perfino fare loro notare queste capacità potrebbe portare ulteriori dubbi e potrebbero pensare che le stiamo “prendendo in giro”.
Chi ha consapevolezza di sé riconosce i suoi limiti e i suoi punti di forza. I limiti non spaventano e i punti di forza non esaltano. Di conseguenza la persona lavora sui suoi limiti e sfrutta i punti di forza. Dall’esterno si riconosce perché sta bene con se stessa, punta a migliorarsi ed accetta il presente per quello che è. Proprio questo è il punto: se non si accetta la realtà per quello che è, non è possibile cambiarla. Se non si accetta il fatto che qualcosa non va e si mente a se stessi dicendo che tutto va bene, non si avranno stimoli per attuare un cambiamento.
Ciò che rende consapevoli è la maturità. Ma quando possiamo dire di essere maturi? Non è solo questione di età anagrafica. Ad esempio, alcune persone non sono responsabili verso la propria salute, non fanno prevenzione, mangiano male e si comportano in modo inadeguato: poi quando stanno male mettono la propria vita in mano ai medici e pretendono di essere curati e guariti! E’ solo assumendosi le proprie responsabilità che si diventa grandi e non si dà agli altri la colpa dei propri errori… Peraltro questo spesso ci salva dai famosi sensi di colpa…
Quanto e quando vogliamo diventare maturi? In generale, la nostra cultura italiana, ci rende abbastanza legati alla famiglia e alle rassicuranti routine che ci tengono legati alle vecchie situazioni. Ma essere consapevoli di questo “schema” e renderci conto che non aiuterà a cambiare le cose, può essere la giusta via per insegnare a noi stessi ed ai nostri figli che sbagliare serve ad auto-migliorarsi; avere e dare fiducia vuol dire mettersi e mettere nelle condizioni di essere responsabili e sapere cavarsela da soli per migliorare le proprie condizioni e avere una vita più piena e soddisfacente. Ecco perché una persona che fa poco, ottiene poco.
Essere consapevoli di ciò che abbiamo, degli strumenti che ci circondano e che ci possono essere di aiuto per fare emergere le nostre capacità, è la strada giusta verso la realizzazione della nostra vita… Essere parte del mondo ed agire nel mondo per noi stessi e per i nostri figli… Puoi essere un esempio, ma la scelta è comunque e sempre Tua!
Elena Guadagnini
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