“Pensare” è per tutti? La storia di Henry Ford
Nella mie esperienze professionali mi è capitato di incontrare persone che si sentono migliori perchè hanno una laurea rispetto ad altri che magari hanno molta esperienza e competenza nella stessa materia ma senza titolo. Se anche tu ti senti in questa situazione e a volte ti capita di sentirti discriminato, voglio raccontarti la storia di Henry Ford che ho letto nel libro di Robert T. Kiyosaki “A scuola di business” che potrebbe aiutarti a vedere le cose da un altro punto di vista come è successo a me.
“Ford fu molto criticato e attaccato personalmente dai cosiddetti intellettuali. Non era colto e, come Thomas Edison, veniva deriso spesso per la sua mancanza di istruzione scolastica. Ecco una delle mie storie preferite su Henry Ford. Un gruppetto di persone, cosiddette intelligenti del mondo accademico, gli chiesero di sottoporsi a un esame. Nel giorno stabilito, esse si recarono da lui per fargli delle domande. Volevano dimostrare che era ignorante. L’esame ebbe inizio e uno studioso gli chiese qual era la resistenza alla trazione dell’acciaio laminato da lui usato. Ford, non conoscendo la risposta, allungò semplicemente la mano verso uno dei telefoni sulla sua scrivania e chiamò il vicepresidente, che sapeva la risposta. Questi entrò, Ford gli fece la domanda e il vicepresidente gli dette la risposta che il gruppo di studiosi voleva sentire. Poi un’altra persona intelligente fece un’altra domanda e di nuovo Ford, non sapendo la risposta, chiamò qualcuno del suo staff che la conosceva. Questo processo andò avanti finché una delle persone del gruppetto esclamò: “Vede, questo dimostra che lei è ignorante. Non sa le risposte a nessuna delle domande che le facciamo”. Pare che Henry Ford abbia replicato: “Non so le risposte perchè non ho bisogno di ingombrarmi la testa con le risposte che cercate. Assumo giovani intelligenti che vengono dalle vostre scuole e che hanno memorizzato le risposte che vi aspettate che abbia memorizzato io. Il mio lavoro non consiste nel memorizzare le informazioni che secondo voi dimostrano intelligenza. Il mio lavoro è tenere la testa sgombra da questa accozzaglia di nozioni insignificanti per poter pensare”. A quel punto chiese alle persone intelligenti del mondo accademico di andarsene. Ho imparato a memoria anni fa quello che a mio avviso è uno dei detti più importanti di Ford: “Pensare è il lavoro più duro che esista. Per questo così poche persone vi si dedicano”.
Mio marito mi ha sempre detto che l’intelligenza non si misura dal titolo di studio ma ho sempre pensato che lui parlasse così proprio perchè una laurea ce l’aveva. Oggi, dopo svariate esperienze lavorative posso dire che la differenza rispetto all’intelligenza, la fa la persona con le sue qualità e i suoi talenti.
Io credo che sia molto importante in qualsiasi lavoro, lavorare in serenità e sapere di poter contate su delle persone, meglio se eterogenee (con competenze diverse) per poter condividere sia i problemi ma soprattutto per poter gioire per le soddisfazioni perchè è proprio vero che insieme, i problemi si dividono e le soddisfazioni si moltiplicano.
A volte dovremmo proprio fermarci a “pensare” un attimo… Tu, hai intenzione di restare nel loop di quelli che continuano a fare senza pensare o hai intenzione di fermarti a pensare per capire se quello che hai è realmente quello che vuoi? La scelta è Tua…
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